AMICI SI NASCE
- Ilaria Palazzini
- 12 mag 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Gli amici sono la famiglia che ti scegli, e se poi quando "scegli" una famiglia loro non scelgono te?

Quando ho scoperto di essere incinta sono riuscita a trasmettere tutto il mio entusiasmo anche alle persone che mi circondavano, erano tutti molto felici per me e addirittura "facevano a gara" per accaparrarsi il primato di "zia acquisita preferita", chi arrivava con un body ricamato, chi con super tecnologia all'ultimo grido, chi mi riempiva di attenzioni e colazioni, tutti concentrati su di me e la mia creatura in arrivo: mi faceva piacere, ero contenta di riuscire a vivere la mia gravidanza circondata da amore, amore e amore, niente polemiche, tutto giustificato e possibile per una donna panciuta, stava crescendo una vita dentro di me e qualsiasi persona a me cara riusciva a mettere del buono nell'attesa piu' preziosa della mia vita.
I primi mesi sono stati bellissimi, quasi non riuscivo a gestire le tante attenzioni, le amiche che mi chiedevano incessantemente di esserci, di vederci e passeggiare, stavo molte ore a casa e non lavorando potevo impegnarmi tutta la giornata con attivita' ed appuntamenti. Gli ormoni a volte mi facevano rispondere che "no, sono stanca e preferisco riposare", non ero sempre al top della forma e soprattutto dopo la scoperta del diabete gestazionale, mi risultava pesante anche partecipare ad una semplice e classica cena con le amiche, avevo i miei impegni e orari, la glicemia non avrebbe atteso e nemmeno la dose di insulina che dovevo iniettarmi ogni sera, non mi sentivo accettata nonostante questa patologia, sembrava che qualcuno o qualcosa mi stesse abbandonando e non potevo credere che la mia non presenza a qualche cena e ballata in discoteca facessero addirittura allontanare quell'aura di felicita' creatasi intorno a me nei mesi precedenti.
Mi ero inasprita, impermalosita, niente piu' passeggiate per nessuno, volevo stare sola, vivere la mia gravidanza serenamente e senza dover dare spiegazioni a nessuno, il mio modo di pensare e reagire stava cambiando, sentivo di non aver voglia e tempo per creare e partecipare a discussioni inutili, polemiche e gossip attorno a discorsi lontani dalla mia esperienza, se sono stata egoista? forse all'inizio un po' si, non mi sentivo capita, nei giorni tristi in cui avevo solo voglia di piangere e paura di non riuscire a far fronte a quelle difficolta' che mi si stavano presentando, finivo per chiudermi in me stessa e per rifiutare tutti, pensavo di dovermi punire per una negligenza addossatami ingiustamente e dalla quale solo ora mi sono scagionata.
Fatto sta che da non avere tempo per nessuno, nessuno aveva piu' tempo per me, per la solita creatura che fino a qualche mese prima riceveva grandi regali e attenzioni, e mi chiedevo quale fosse il problema, perche' quelle persone non riuscivano a valutare "l'Ilaria" persona e amica invece "dell'Ilaria" ormai madre e "fuori dal giro", che poi, di che giro stiamo parlando? e' normale che una donna all'ottavo mese di gravidanza preferisca una cenetta tranquilla a casa piuttosto che un cenone in discoteca, stavano cambiando le priorita', sicuramente stavo mutando anche io, ma non tutti i miei interessi, non ero solo una persona che inglobava una bambina, ero io, la solita amica che rideva e scherzava sui gradini del bar dell'aperitivo delle 18. E' stata una situazione che mi ha fatto soffrire molto, un po' come se fossi passata dalle stelle alle stalle e temevo di rimanere sola nei periodi successivi alla gravidanza e cercavo di prepararmi a ripartire e creare nuovi orizzonti.
Quando e' nata Matilda c'e' stato un nuovo momento di "up" delle attenzioni, ovviamente, tutti pronti in prima fila a donare congratulazioni e sorrisi, e li' forse e' arrivata la mia risposta piu' dura e severa, non avrei permesso a queste persone di conoscere e poi abbandonare anche mia figlia, forse nutrivo rancore, si lo ammetto, e poco mi importa di essere cosi' schietta nel confermare questa affermazione, apprezzo la sincerita' e quando e' capitato di negare le varie visite che mi si proponevano lo facevo con fermezza, e a posteriori continuo a pensare di aver fatto la scelta giusta. Ho compiuto una sorta di selezione di chi mi aveva fatto del bene e di chi invece mi aveva abbandonata, per una volta nella vita ho scelto per me, per noi.
Sono arrabbiata, delusa, ho dato tutta me stessa in amicizia, ci ho "investito" moltissimo negli anni e sono sempre stata circondata da tanti amici e pochissimi sono rimasti anche stavolta: sembrava gli rimanesse difficile essere felici per me, voglio dire, mi stava succedendo la cosa piu' bella nella vita, perche' non gioirne? ancora devo trovare una risposta a questa domanda.
Tornando al punto, i primi mesi di Mati sono stati pieni ed intensi, come ogni mamma sa, non si ha tempo per nessuno se non per il bambino, non e' cattiveria ma verita', e questo dovrebbe essere compreso e non divenire motivo di litigi e allontanamenti, forse dovrei attingere alla frase che "l'intelligenza non e' come il colore nero, che sta bene con tutti", in parte lo penso, poi mi dico che forse e' anche a causa mia se dopo tre mesi dalla nascita di mia figlia ho contato sulle dita di una mano le persone rimaste al mio fianco.
Cio' che e' venuto dopo mi delude ancor di piu' di quello che ho vissuto durante la gravidanza, sono passati dieci mesi e nonostante io sappia che quelle due, tre persone su cui posso assolutamente contare, ci sono e sempre ci saranno, mi guardo indietro e mi dico che per quanto riguarda gli altri, potranno veramente rendersi conto di aver sbagliato solo quando vivranno quest'esperienza e che non hanno compreso che "dietro" a quel pancione c'era sempre la loro amica di un tempo, due occhi bramosi di sentirsi dire di non avere paura e che in un modo o nell'altro, senza dolci e con insulina alla mano a fine pasto, ci sarebbero state.
Sono ripartita da me, da mia figlia, dalla mia famiglia, ho riscoperto persone stupende, amici da altre "provenienze" e che da essere semplici conoscenze sono divenute rapporti saldi, di stima, di aiuti, ho conosciuto un nuovo popolo, quello delle mamme, quello in cui non sei mai la sola ad aver provato o fatto qualcosa per la prima volta, quello che non ti giudica, quello che ti aiuta e ti salva anche alla poppata delle quattro di notte, quello che con una pacca sulla spalla ti dice che siamo tutte nuove amiche di noi stesse, ho amato ancor di piu' chi e' rimasto in un angolo ad attendere di poter esserci e amare questa creatura, chi ci e' sempre stato e che continua a volerlo.
Ho capito che negli anni ho preferito troppe volte la scelta sbagliata: l'avere tanti, tanti amici, compleanni festeggiati con miriadi di persone, esatto, persone, conoscenti, d'ora in avanti la qualita' dei rapporti, la veridicita' e stabilita' saranno le uniche vere prerogative nella mia vita.
Matilda e' circondata da tantissimi amici che la amano e la coccolano con grande affetto ed io ne sono estremamente felice, e' stata dura sentirmi sola e con le gambe tremolanti come se mi mancassero le fondamenta, perche' per me l'amicizia e' questo, ma e' altrettanto straordinario apprezzare quanto amore sono riuscita ad attrarre nuovamente intorno a me e alla mia famiglia.
Grazie a chi e' rimasto e a chi ci sara' sempre.
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